Recensione: Sole a catinelle, di Checco Zalone
“Pessimista?! Come si fa ad essere pessimisti? Guardi, guardi qua: guardi che bella pagella ha preso mio figlio. Nicolò, mi senti? Fai le valige, perché Papà ti porta in vacanza!”.
Quando Papà promette, mantiene; e non importa se Checco, venditore di aspirapolveri sommerso dai debiti, non ha un euro in tasca: organizzerà per il figlio la più bella vacanza di sempre, e nel contempo cercherà di vendere un aspirapolvere a tutti per non perdere il lavoro.
Il film propone una visione, attraverso il personaggio irriverente e scatenato di Checco Zalone, dell’Italia in crisi, toccando il delicato tema del precariato, dell’indebitamento delle famiglie e della degenerazione del mondo finanziario. Checco però non è tipo da lasciarsi scoraggiare: troverà sicuramente un modo per venirne fuori; con l’impegno ed un pizzico di fortuna nessun ostacolo è insormontabile. Come dire, aiutati che Dio ti aiuta.
“Sole a catinelle”, come suggerisce il titolo, è un film molto brillante, nel quale battute e situazioni comiche, al limite dell’inverosimile, si susseguono a ritmo serrato. Rispetto ai film precedenti, le facezie si fanno più argute, diminuisce l’umorismo più grossolano che aveva finora caratterizzato il personaggio; questo rinnovato stile fa perdere a Checco la sua unilaterale figura di burino inaffidabile, per far posto ad un soggetto ancora sempliciotto, ma capace di assumere responsabilità, di preoccuparsi della sua famiglia e di mettere a nudo la società odierna con la sua esilarante schiettezza. Probabilmente questa evoluzione riflette, nella realtà, la nascita della figlia dell’attore protagonista, e la volontà di quest’ultimo di esserle padre.
Il tempo della narrazione è molto altalenante: l’intero antefatto della vicenda è condensato in pochi minuti, mentre la vacanza, che dura pochi giorni, occupa quasi tutta la durata della proiezione. Durante il film si impone non solo il personaggio di Checco, ma anche quello di Nicolò, un ragazzino straordinariamente maturo e responsabile, educatissimo ed informato delle problematiche del giorno d’oggi: i due caratteri sono perfettamente antitetici, entrambi un po’ esagerati rispetto alla realtà, ma necessari per smorzare l’uno le eccedenze dell’altro.
In definitiva, “Sole a catinelle” è, a mio giudizio, un miglioramento rispetto ai film precedenti, da non perdere per tutti gli amanti di Checco Zalone.
“Sole a catinelle” è attualmente in vetta alle classifiche italiane; con oltre 50 milioni di euro di incasso, inferiori solo a Titanic e ad Avatar, ed 8 milioni di spettatori, ha vinto il biglietto d’oro come film più visto del 2013.
Chiara Tremaroli
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